Ne “Il bosco dei muti pensieri” si intende porre l’accento sull’importanza del pensiero come elemento fondante del vivere dell’uomo.
In genere quando si parla di pensiero tutti sanno che cos’è ma chiamati a dirlo esplicitamente, pochi oserebbero pronunciarsi.
Citando le parole del filosofo Edoardo Boncinelli autore del libro “Come nascono le idee”, l’autore scrive: “Il pensiero è tutto quello che intercorre fra uno stimolo che ci colpisce e la nostra risposta. Forse dovrei dire tutto quello che passa nella nostra testa tra uno stimolo e la risposta, ma forse sarebbe limitativo: la testa non è tutto”
In sostanza la facoltà di pensare è l’attività psichica mediante la quale l’uomo acquista coscienza di sé e della realtà.
Il pensiero è anche qualcosa di impalpabile, che spesso prende forma e definizione progressivamente nel tempo per rivelarsi poi, quando ormai maturo, in tutta la sua consistenza quasi come fosse l’immagine latente che giace sulla pellicola e che si rivela solo dopo il processo del trattamento chimico dello sviluppo.
In un momento storico in cui tutto pare doversi consumare molto velocemente dedicando poco tempo alla riflessione, è di fondamentale importanza il recupero della profondità di pensiero.
Per dare corpo e sostanza al lavoro, si è destrutturato il pensiero in due declinazioni che bene rappresentano il comune agire dell’uomo: Il pensiero orizzontale e il pensiero verticale. Il pensiero orizzontale rimanda all’attività relativa alla soluzioni dei problemi legati alla realtà quotidiana mentre il pensiero verticale si rivolge agli aspetti astratti e metafisici che riguardano la parte più intima e profonda di noi stessi.
In tutto questo e al fine di tradurre in figura l’idea del progetto, il bosco e gli alberi sono elementi significativi.
Da sempre luogo delle favole e dei miti ma anche luogo di silenzi che inducono alla contemplazione e introspezione, la natura riveste una posizione di centralità nella vita dell’uomo.
L’uomo appartiene alla natura e attraverso un ritrovato dialogo con la stessa non potrà che trarne benefici insegnamenti non dimenticando mai che gli alberi non hanno bisogno dell’uomo per vivere.
Testo di Massimo Magistrini e Mirko Bonfanti
Progetto esposto in collettiva al Festival Europeo di Fotografia 2021